3, 2, 1... Come (ri)lanciare la biblioteca di classe?

Tre mesi di vacanze estive sono veramente tanti. Per noi prof non sono tre, ma sono comunque almeno due lontano dalle routine di classe. Per i nostri studenti e studentesse sono invece tre pieni, talvolta anche di più, e questo crea un inevitabile difficoltà nella ripresa dei ritmi scolastici. 

Nella mia attuale terza il solo compito estivo da me affidato è stata la lettura di libri, con l’indicazione di leggerne almeno quattro da un elenco fornito e discusso insieme. Lasciare libertà di scelta e in generale non richiedere alcun tipo di restituzione scritta ha però un inevitabile dose di rischio: lo faranno? Si sentiranno ugualmente impegnati senza un libro per le vacanze da compilare giorno per giorno? Insomma, una bella questione.

Al di là di quello, comunque, sono i primi giorni di scuola e per chi, come me, cerca di applicare in classe i principi del Reading Workshop, ovvero del laboratorio di lettura di derivazione americana, sono i giorni per ricostruire la biblioteca di classe e rilanciare le routine. 

Come suggerisce Frank Serafini nel suo The reading workshop. Creating space for readers, stabilire che aspetto avrà la biblioteca di classe e come organizzarla è una delle decisioni più importanti di avvio dell’anno scolastico. Quello che scrive Serafini, però, va preso “con le pinze”: le scuole italiane con aule grandi, piene di scaffali e angoli da allestire, dedicate magari ad un’unica disciplina/laboratorio, come nel sistema americano, non sono molte. Molto di ciò che lui scrive potrebbe però essere applicato alle biblioteche di plesso. 


Oggi avevo due ore consecutive e ho pensato che fosse la giornata buona per (ri)cominciare. Avevo in mente di:

  • parlare di libri nuovi e già letti;

  • creare un piccolo tesoretto di titoli da esplorare;

  • ripassare alcune delle fondamentali tecniche di scelta del libro;

  • lanciare con chiarezza l’attività di lettura costante e quotidiana che li attende quest’anno.

Ho organizzato delle isole e posizionato su ciascuna circa 8/10 volumi di vario tipo (albi, graphic, romanzi) e chiesto loro di sfogliarli soffermandosi su titolo e copertina, trama e incipit. 

Questo ci ha permesso di rivedere le varie parti che compongono un libro e il loro significato, ricordandomi ancora una volta che nulla - e dico nulla - va mai dato per scontato: ad esempio, cosa sia un incipit dopo ben due anni che questa parola vola tra noi tutte le volte che c’è laboratorio di lettura (sigh!).  

Ciascuno doveva poi annotare i libri che lo avevano colpito di volta in volta che i libri giravano tra le isole. Li ho incoraggiati a scambiarsi informazioni, a chiedere consigli o curiosità ai compagni che avessero già letto quel libro: io stessa giravo tra le isole per dare qualche suggerimento in più e assicurarmi che i libri girassero e fossero veramente guardati con attenzione. 



Serafini dice di portare delle scatole chiuse e lasciare che siano i ragazzi ad aprirle per scoprirne il contenuto, facendo poi girare i testi; quindi di ragionare su come organizzarli e creare insieme il primo nucleo della BDC (Unpacking the Classroom Library, pp. 28-29, cit). Nonostante alcune importanti differenze, per un attimo anche noi abbiamo respirato l’atmosfera da lui descritta in cui:

…ogni piccolo gruppo trascorre del tempo ad analizzare ogni titolo. Ci fermiamo a condividere i libri preferiti e amati dalla classe, o a presentarci reciprocamente libri mai visti prima. Ci emozioniamo nel condividere libri letti negli anni precedenti, così come quelli più recenti. I libri sono sparpagliati sui banchi, la conversazione è vivace, e i ragazzi cominciano a sentirsi parte della comunità. Gli studenti usano i loro taccuini per annotare i titoli che intendono leggere presto. 


Nella seconda parte ho chiesto loro di scegliere uno dei libri annotati e di leggere silenziosamente per 15 minuti consecutivi. Al termine di questo tempo, ciascuno ha potuto fissare il punto di partenza di quest’anno: un tot di pagine (dalle 3 alle 30, naturalmente con differenze grafiche e di apprendimento) che dovranno moltiplicare per due (per il momento), dedicando 30 minuti a pomeriggio a casa per leggere e allenare i muscoli della lettura.

A partire da questo ho chiesto loro di annotare tre aspetti di sé che intendono migliorare quest’anno come lettori. 


Ed infine…sulla base delle etichette colorate - da me preparate e introdotte - ho chiesto loro di ricomporre la biblioteca, che quindi parte con alcuni testi ma si arricchirà di tanti altri. In passato lasciavo che quest’ultima parte fosse organizzata da loro, con etichette e creazione della legenda - attività bella e dinamica che richiedeva tanto tempo, però - ma mi sono accorta che avevo bisogno di maggiore sistematizzazione io stessa e così quest’estate avevo già provveduto ad etichettare e catalogare le mie biblioteche. 


E’ solo l’inizio: non basta sistemare dei libri sugli scaffali per dire <biblioteca di classe>. Booktalk, recensioni, poster, strategie di comprensione e annotazione, letture a voce alta la animeranno: nessuna ricetta, ma tanta voglia di condividere storie per scambiarci emozioni e costruire conoscenza. Che Frank sia con noi!




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