ilrespirodellestorie
Dall'illustrazione alla poesia: un laboratorio di lettura dell'albo "L'altro fronte 1915-2015. La grande guerra delle donne"
Cara Mina, tu come guardi la luna io guardo il cielo. Un percorso di lettura a voce alta de “La storia di Mina” di David Almond
ho letto la tua storia, mi è piaciuta molto.
E’ una storia piena di emozioni, racconta molti aspetti della tua vita scolastica, casalinga, sociale e anche le lezioni svolte a casa da tua madre. T.
Ciao Mina questa è una lettera per te, sai la parte della tua storia letta dal libro che mi ha colpito di più? Indovina? Quando hai cominciato a parlare di pipì e del bagno. A.
E stralci da cui emerge una più profonda comprensione e immedesimazione nel personaggio:
Penso che tu sia una ragazza matura e forte rispetto alla tua età. Mi hanno colpito molto le tue idee per esempio quando ti vuoi isolare e ti “accampi” sull’albero, osservi, ascolti e leggi. K.
… dal mio punto di vista posso dire che per me tu sei una ragazza normale con tanta fantasia ed immaginazione J.
immagine tratta da pixabay.com |
Se fossi stato in te sarei rimasto alla Corinthian Avenue per via delle amicizie subito formate come con Steepy, che aveva l’ossessione di avere il giardino più bello del paese, a tal punto da tatuarselo su tutto il corpo oppure Alicia che ti aveva raccontato che si faceva i tagli e sussurrava.
Se posso vorrei farti una domanda, che da quando ho sentito la tua storia mi è subito piombata in testa: che cosa vuoi fare da grande? D.
Così come connessioni con il proprio vissuto:
Sai, dovresti provare ad andare avanti anche tu, certo potrebbe andare bene come male, chi lo sa, ma almeno ci hai provato.[...] spero ci ripenserai [ad andare alla scuola Corinthian), magari lì troverai persone “pazze” come te, persone con le tue stesse passioni, provaci Mina, sii sicura di te. So anche che hai perso il padre e che cerchi di ritrovarlo, ma non tornerà. Ho perso mio zio nel 2016, non volevo crederci, pensavo fosse solo un brutto sogno, ma lui non c’era più. Mi faceva da secondo padre, ma sento che lui è sempre con me, come lo è sicuramente tuo padre, si sa, la vità non è tutta rosa e fiori, ma sicuramente c’è sempre una via d’uscita a tutto. K.
E passaggi che aprono ad una problematizzazione della vicenda, concentrata quasi per tutti sul fatto che Mina non trovi un posto in una scuola che sembra più simile a lei:
Ma perché hai deciso di andartene dalla nuova scuola? Per cosa non ti trovavi bene? O forse perché non ti reputi così bisognosa come loro? J.
Quando hai lasciato la Corinthian Avenue secondo me hai sbagliato, perché anche se eri superiore agli altri avevi il modo di divertirti e intraprendere cose nuove. T
La solitudine del personaggio, il suo particolare sguardo sul mondo, le sue elucubrazioni filosofiche, così come le sue “attività straordinarie” sono state accolte ma non comprese dai più: ciò che conta, a questa età, è aprirsi, essere in un gruppo, fare amicizie. Scrive, infatti, T.:
Con te è come se mi confesso e ti dico che mi piace molto come ti comporti, sai sempre agire correttamente e ti fai scivolare tutto addosso, però ti devo contestare la tua timidezza, dovresti essere più aperta con le persone, perché magari trovi un’amica strambe e non sarai più sola. Ti auguro una buona vita te e a tua mamma, e spero che sopperirai alla mancanza di tuo padre. T
Ed è stato forse anche l’aspetto che ha reso la lettura più faticosa: un dettato così introspettivo e immateriale, in lettura a voce alta e senza testo per gli alunni, mette alla prova la resistenza dell’intera comunità ermeneutica.
Che però ha restituito in queste lettere molto di sé e di quella ragazza stramba e coraggiosa che con le sue domande sulla vita e le sue osservazioni sul mondo ha illuminato le nostre cupe giornate d’inverno.
Martina Micillo
Quando l'educazione alla lettura e alla cittadinanza si incontrano in un progetto
Un progetto che metteva insieme tutto ciò che stavo cercando: orientamento alla lettura, modalità laboratoriale, avvicinamento al mondo dell’editoria, incontro con l’autore e, naturalmente, riflessione civica.
Un progetto pensato anche per ampliare le biblioteche di classe o d'istituto con svariati titoli di narrativa contemporanea selezionati tra le pubblicazioni della casa editrice.
Dato che in modo del tutto spontaneo i ragazzi hanno scelto gli stessi titoli, è stata anche l’occasione per me di sperimentare i gruppi di lettura. E di intrattenersi, tra una sessione e l’altra, con qualche merenda distensiva.
I titoli scelti sono stati: Stalker di Daniele Nicastro, Pusher di Antonio Ferrara, Maschiacci e femminucce di Silvia Pillin, Giù la maschera di JJ Bola, Se vince la mafia di Davide Mattiello, Dietro il muro di Rosario Esposito La Rossa.
Il bello di questo progetto è che, una volta che un gruppo ha terminato la lettura, può scambiare il proprio testo con quello dei compagni dando via così ad una “circolazione virtuosa”. Alla fine del tempo previsto, ciascun gruppo ha potuto presentare il libro letto con un power point. Sulla base di un mio esempio, ogni gruppo ha provato a definire elementi fondamentali del testo e altri, che era stato possibile maturare solo alla fine, come le parole nuove, le connessioni, l’aggancio con l’Agenda 2030, il tema in tre parole e consigliato a.
Eravamo pronti, a questo punto, per la discussione: quale autore incontrare tra quelli dei libri scelti? Nella terna selezionata, in accordo con la casa editrice, la risposta positiva è arrivata da Daniele Nicastro: un’ulteriore occasione per (ri)leggere tutti, a voce alta, il suo “Stalker” e prepararci, così, all’incontro. La ciliegina sulla torta è stata proprio quella: un’ora e trenta di pura attenzione, curiosità e domande dai ragazzi che non volevano lasciarlo andare.
Scrive Sofia:
“E' stato molto disponibile a rispondere a tutte le nostre domande in modo chiaro e dettagliato. Ci ha chiarito molti dubbi, per esempio per me ora è molto più chiaro come fa uno scrittore a scrivere un libro e quanto ci mette. Spero di rifare questo progetto perché è molto utile."
Ed eccoci qui: pronti a ripartire per una nuova, piccola biblioteca per un mondo migliore.
#ioleggoperché sono io a scegliere. Di iniziative ed educazione alla lettura
Un tesoro di cui tutti sono la mappa: l’albo “Per mare” tra accoglienza e orientamento
Ecco che l’accoglienza di una classe terza si tinge di una sfumatura importante: l'orientamento.
La prima lettura è avvenuta in cerchio, come non era mai avvenuta, e a questa ha fatto seguito una conversazione su dettagli, argomento e significato della storia. Un primo assaggio di comprensione, prima di scendere in profondità.
Dopo la seconda lettura dell’albo - questa volta in proiezione alla LIM - ho lanciato al gruppo domande più puntuali, volte a sviscerare significati simbolici come:
Perché il testo dice…e l’illustrazione raffigura…? volta a comprendere la relazione testo-immagine nella sua funzione di arricchimento simbolico;
Cosa rappresenta questo dettaglio?
Cosa vuol dire la frase, apparentemente incomprensibile: “...”?
Dopo aver ricordato cos’è un simbolo e come si interpreta, ho fatto girare l’albo e ho chiesto quindi loro di estrapolare in piccolo gruppo quelli che ai loro occhi erano i simboli più importanti di questa storia. E’ emerso così che:
lo scoglio a forma di teschio = pericolo da superare, morte;
la nuvola a forma di balena = direzione, ma anche vastità del cielo e del mare;
il tesoro in forma di costellazione = l’orientamento è il vero tesoro.
Molto, tanto più, di quello che mi aspettavo, soprattutto dalle prime reazioni alla storia che sembrava non aver riscosso molto apprezzamento forse perché apparentemente semplice ma in verità troppo criptica.
Tra le connessioni emerse quella col Titanic, Peter Pan e l’isola che non c’è, I Pirati dei Caraibi. Tante le domande: qual è il tesoro? Lo inseguiranno per sempre? Cosa hanno davvero voluto trasmettere gli autori?
E intanto la storia “respirava” sempre di più…
Tra le osservazioni più arricchenti, condivise a voce:
<tutto sono la mappa del tesoro nel senso che ciascuno fa un pezzo del viaggio e così alla fine si naviga insieme verso una direzione>
<il loro sistema di gerarchia della nave ricorda il comunismo…il tesoro rappresenta il traguardo, qualcosa per cui lottare>
<mi ha colpito come lo scrittore è riuscito a nascondere il tema del libro lasciando possibili diverse ipotesi>
<mi fa riflettere che non è il posto che fa il tesoro, ma il viaggio è il tesoro>
<mi fa riflettere che la vita è un mistero su dove si deve andare, con quale scelta, giusta o sbagliata?>
E quindi, dove andare?
Quali gli obiettivi, le aspettative, le difficoltà, le competenze, gli impegni per quest’anno? Un organizzatore grafico creato ad hoc, a tema “nave pirata”, li ha guidati in questa riflessione. E dato che le domande iniziavano ad essere numerose ho chiesto loro di scriverle su un biglietto: le avrei raccolte e organizzate per una successiva sessione di orientamento dedicata all’esame e alla scuola superiore.
Raccontandosi, i ragazzi hanno fatto emergere paure, emozioni, dubbi ma anche la voglia di lasciare presto le medie perché il gruppo è diventato “stretto”. Nel tirare le somme ho quindi chiesto loro di riflettere su quanto gli altri possano essere fastidio ma anche risorsa: anche, banalmente, nelle piccolezze come organizzare un quaderno o prestarsi del materiale.
Per rallegrare l’atmosfera, ho distribuito a ciascuno di loro delle sagome di pirati chiedendo di inserire nel cappello (anziché nella valigia, ché i pirati non ne hanno!) le loro abilità e i loro punti forti e di annotare invece su un post it i loro obiettivi, da mettere nel tesoro.
Il bello è stato vederli apporre le loro sagome lì, sulla nave: tutte insieme danno proprio l'idea di una ciurma, finalmente pronta a partire per una navigazione ricca di scogli ma anche di balene volanti.
E mare sia!
Martina Micillo
3, 2, 1... Come (ri)lanciare la biblioteca di classe?
Tre mesi di vacanze estive sono veramente tanti. Per noi prof non sono tre, ma sono comunque almeno due lontano dalle routine di classe. Per i nostri studenti e studentesse sono invece tre pieni, talvolta anche di più, e questo crea un inevitabile difficoltà nella ripresa dei ritmi scolastici.
Nella mia attuale terza il solo compito estivo da me affidato è stata la lettura di libri, con l’indicazione di leggerne almeno quattro da un elenco fornito e discusso insieme. Lasciare libertà di scelta e in generale non richiedere alcun tipo di restituzione scritta ha però un inevitabile dose di rischio: lo faranno? Si sentiranno ugualmente impegnati senza un libro per le vacanze da compilare giorno per giorno? Insomma, una bella questione.
Al di là di quello, comunque, sono i primi giorni di scuola e per chi, come me, cerca di applicare in classe i principi del Reading Workshop, ovvero del laboratorio di lettura di derivazione americana, sono i giorni per ricostruire la biblioteca di classe e rilanciare le routine.
Come suggerisce Frank Serafini nel suo The reading workshop. Creating space for readers, stabilire che aspetto avrà la biblioteca di classe e come organizzarla è una delle decisioni più importanti di avvio dell’anno scolastico. Quello che scrive Serafini, però, va preso “con le pinze”: le scuole italiane con aule grandi, piene di scaffali e angoli da allestire, dedicate magari ad un’unica disciplina/laboratorio, come nel sistema americano, non sono molte. Molto di ciò che lui scrive potrebbe però essere applicato alle biblioteche di plesso.
Oggi avevo due ore consecutive e ho pensato che fosse la giornata buona per (ri)cominciare. Avevo in mente di:
parlare di libri nuovi e già letti;
creare un piccolo tesoretto di titoli da esplorare;
ripassare alcune delle fondamentali tecniche di scelta del libro;
lanciare con chiarezza l’attività di lettura costante e quotidiana che li attende quest’anno.
Ho organizzato delle isole e posizionato su ciascuna circa 8/10 volumi di vario tipo (albi, graphic, romanzi) e chiesto loro di sfogliarli soffermandosi su titolo e copertina, trama e incipit.
Questo ci ha permesso di rivedere le varie parti che compongono un libro e il loro significato, ricordandomi ancora una volta che nulla - e dico nulla - va mai dato per scontato: ad esempio, cosa sia un incipit dopo ben due anni che questa parola vola tra noi tutte le volte che c’è laboratorio di lettura (sigh!).
Ciascuno doveva poi annotare i libri che lo avevano colpito di volta in volta che i libri giravano tra le isole. Li ho incoraggiati a scambiarsi informazioni, a chiedere consigli o curiosità ai compagni che avessero già letto quel libro: io stessa giravo tra le isole per dare qualche suggerimento in più e assicurarmi che i libri girassero e fossero veramente guardati con attenzione.
Serafini dice di portare delle scatole chiuse e lasciare che siano i ragazzi ad aprirle per scoprirne il contenuto, facendo poi girare i testi; quindi di ragionare su come organizzarli e creare insieme il primo nucleo della BDC (Unpacking the Classroom Library, pp. 28-29, cit). Nonostante alcune importanti differenze, per un attimo anche noi abbiamo respirato l’atmosfera da lui descritta in cui:
…ogni piccolo gruppo trascorre del tempo ad analizzare ogni titolo. Ci fermiamo a condividere i libri preferiti e amati dalla classe, o a presentarci reciprocamente libri mai visti prima. Ci emozioniamo nel condividere libri letti negli anni precedenti, così come quelli più recenti. I libri sono sparpagliati sui banchi, la conversazione è vivace, e i ragazzi cominciano a sentirsi parte della comunità. Gli studenti usano i loro taccuini per annotare i titoli che intendono leggere presto.
Nella seconda parte ho chiesto loro di scegliere uno dei libri annotati e di leggere silenziosamente per 15 minuti consecutivi. Al termine di questo tempo, ciascuno ha potuto fissare il punto di partenza di quest’anno: un tot di pagine (dalle 3 alle 30, naturalmente con differenze grafiche e di apprendimento) che dovranno moltiplicare per due (per il momento), dedicando 30 minuti a pomeriggio a casa per leggere e allenare i muscoli della lettura.
A partire da questo ho chiesto loro di annotare tre aspetti di sé che intendono migliorare quest’anno come lettori.
Ed infine…sulla base delle etichette colorate - da me preparate e introdotte - ho chiesto loro di ricomporre la biblioteca, che quindi parte con alcuni testi ma si arricchirà di tanti altri. In passato lasciavo che quest’ultima parte fosse organizzata da loro, con etichette e creazione della legenda - attività bella e dinamica che richiedeva tanto tempo, però - ma mi sono accorta che avevo bisogno di maggiore sistematizzazione io stessa e così quest’estate avevo già provveduto ad etichettare e catalogare le mie biblioteche.
E’ solo l’inizio: non basta sistemare dei libri sugli scaffali per dire <biblioteca di classe>. Booktalk, recensioni, poster, strategie di comprensione e annotazione, letture a voce alta la animeranno: nessuna ricetta, ma tanta voglia di condividere storie per scambiarci emozioni e costruire conoscenza. Che Frank sia con noi!