Dall'illustrazione alla poesia: un laboratorio di lettura dell'albo "L'altro fronte 1915-2015. La grande guerra delle donne"


Una delle mie più grandi passioni da lettrice sono i romanzi storici: mi piace immaginare le vicende dei personaggi sullo sfondo di grandi epoche, meglio se contemporanee. 
Per questa ragione e non solo, quando in terza media arriva il momento di affrontare in classe la storia del Novecento, non possono mancare letture di poesie, racconti o interi romanzi ambientati nell'Italia delle guerre e della Resistenza per aumentare le conoscenze, la capacità di contestualizzazione delle storie e l'impatto della Storia sulla vita dei singoli. 

Da alcuni anni, ormai, anche albi illustrati: un genere di libro considerato spesso poco adatto ad alunni/e maturi, ma che invece può rivelarsi estremante inclusivo, stimolante ed efficace. 
E' uscito l'anno scorso (2023) per Pearson, ora Sanoma, un libriccino veramente prezioso in questo senso firmato da Elena Garroni, "Nella Storia con gli albi illustrati. Laboratori di didattica attiva per studiare il Novecento". 


Si tratta di un manuale agile che dopo una premessa sugli albi e sulle metodologie di riferimento, si snoda in vari percorsi dedicati ciascuno ad un periodo/albo. 
Io ho scelto di portare in classe "L'altro fronte 1915-2015. La grande guerra delle donne" (Lapis edizioni 2015) con testi di Fabio Magnasciutti, illustrazioni di nove illustratrici che interpretano nove figure femminili che hanno fatto la storia della Grande Guerra e un apparato storico molto interessante a firma Vanessa Roghi.



Lo avevo letto anche l'anno scorso in classe, proponendo delle attività di comprensione del testo. La proposta di Elena, invece, mi è piaciuta perché antepone alla lettura del testo quella delle illustrazioni e  propone anche una produzione originale, che ho trovato particolarmente adatta dato che sto affrontando un modulo di letteratura su Ungaretti poeta di guerra e preparando ragazze e ragazze di terza ad affrontare la prova scritta d'esame.

Seguendo i suoi suggerimenti operativi, ho quindi chiesto ad alunni e alunne di:
1. osservare le illustrazioni;
2. scegliere un'illustrazione e descriverla dettagliatamente;
3. scrivere una poesia a partire dalla descrizione.

Solo successivamente:

4. abbiamo letto l'albo completo di illustrazioni e testi, provando a mettere alla prova le interpretazioni prima di leggere di quale figura si trattasse (questa parte ha destato molto interesse e aspettativa);
5. abbiamo confrontato testi, poesie e illustrazioni e discusso sui significati;
6. ho mostrato loro l'apparato storiografico costruito da Vanessa Roghi, discutendo sulle varie (e scarse) tipologie di fonte esistenti sulla vita delle donne, nonostante si trattasse di storia contemporanea;
7. ho infine assegnato per casa il seguente compito: riscrivere la poesia originale, analizzare il testo da un punto di vista formale e provare a immaginare delle domande da fare alla figura femminile ritratta. 

L'attività si è rivelata molto inclusiva e motivante. Ecco la poesia descrittiva di J., alunna araba neo arrivata, supportata dall'insegnante di sostegno, ispirata alla figura della cantante:




Una donna bendata
aerei che volano
soldati con fucili
fumo nel cielo
tristezza

Ecco invece la produzione di S., che ha realizzato ben tre bozze della sua poesia, ispirata alla figura della maestra. Interessanti le variazioni, così come percepibile lo stile nominale e il verso breve, anche spezzato, frutto della lettura delle poesie di Ungaretti.






Come educatrice a 360 °, ma particolarmente come come insegnante di lettura, storia e cittadinanza, l'aspetto che mi ha più colpita è stato l'aver scoperto che anche nelle loro narrazioni le donne scomparivano: nonostante fossero le protagoniste delle illustrazioni, sempre in primo piano, sono state scavalcate, superate, incomprese. Ragazzi e ragazze hanno dato perfino più spazio allo scenario o agli elementi simbolici, ma non a loro: ne è spia l'uso della parola "uomini" o "persone" ma ben poco di "donna" o "madre" o "maestra".
Ecco infatti cosa scrive Giacomo nella restituzione finale:



Aspetto, questo, che ci ha portati a riflettere sulla invisibilità del femminile, ritornando così alle fonti proposte da Vanessa Roghi in appendice.
Nel suo libro Elena propone una rielaborazione digitale interessante, con una rubrica di valutazione del compito. Io mi sono "fermata" qui, ma sarà senz'altro uno sprone per continuare a sperimentare questa e le altre attività da lei proposte.

Martina Micillo