Quando l'educazione alla lettura e alla cittadinanza si incontrano in un progetto

La lettura ha in sé il potenziale per essere una pratica di cittadinanza: essere disponibili alle storie, all’ascolto dell’altro; uscire fuori dal proprio mondo per conoscere quello altrui, partecipando alle emozioni e ai bisogni di un personaggio che si fa persona; verificare le proprie ipotesi sul testo prima di sostenere un’opinione.
Ma su tutto la bellezza: se la lettura è fatica è, di contro, anche esercizio al bello, al potere della trama e dell’ordito di trasportarci altrove per trasformarci, lasciandoci con qualcosa in più, spesso impalpabile ma vitale. 
Se poi aggiungiamo a questo l’esistenza di storie che sono fatte per parlare alla nostra coscienza civica, basate sulla vita di personaggi che hanno cambiato la Storia oppure su eventi che hanno segnato e trasformato persone e comunità in senso ampio, allora lo è ancora di più. Ma anche questo non basta: l’incontro tra un lettore e una storia in senso riflessivo e trasformativo non è solo frutto di sintonia “a pelle”, ma anche di mediazione didattica, di attività che possono generare una riflessione in modo un po’ più strutturato e condiviso. 

Con queste premesse mi approcciavo un anno fa, e anche oggi, al progetto di lettura e cittadinanza pensato da Alice Bigli per Einaudi Ragazzi, EL, Emme Edizioni, Piccola Biblioteca per un mondo migliore (https://www.edizioniel.com/scuole/piccola-biblioteca-mondo-migliore/, sito da cui è tratta l'immagine-logo in alto).
Un progetto che metteva insieme tutto ciò che stavo cercando: orientamento alla lettura, modalità laboratoriale, avvicinamento al mondo dell’editoria, incontro con l’autore e, naturalmente, riflessione civica. 


Un progetto pensato anche per ampliare le biblioteche di classe o d'istituto con svariati titoli di narrativa contemporanea selezionati tra le pubblicazioni della casa editrice. 

Dato che in modo del tutto spontaneo i ragazzi hanno scelto gli stessi titoli, è stata anche l’occasione per me di sperimentare i gruppi di lettura. E di intrattenersi, tra una sessione e l’altra, con qualche merenda distensiva.

I titoli scelti sono stati: Stalker di Daniele Nicastro, Pusher di Antonio Ferrara, Maschiacci e femminucce di Silvia Pillin, Giù la maschera di JJ Bola, Se vince la mafia di Davide Mattiello, Dietro il muro di Rosario Esposito La Rossa. 


La lettura è andata abbastanza bene, tra annotazioni su personaggi, trama e temi, ma fondamentale è stato per me leggere in anticipo i titoli scelti e lavorare con loro su aspetti più complessi (come la distopia o la struttura argomentativa). Considerato il risvolto civico della lettura, ho pensato di spingere i ragazzi e le ragazze a cercare “tracce” delle loro storie consultando i quotidiani on line: un’attività che mira a generare connessioni lettura-mondo, ma anche a verificare la comprensione del testo e dei suoi significati profondi. Non a caso, proprio in questa fase sono nati equivoci e discussioni che ci hanno condotti a riflettere con maggiore accuratezza sulle storie lette. 


Il bello di questo progetto è che, una volta che un gruppo ha terminato la lettura, può scambiare il proprio testo con quello dei compagni dando via così ad una “circolazione virtuosa”. Alla fine del tempo previsto, ciascun gruppo ha potuto presentare il libro letto con un power point. Sulla base di un mio esempio, ogni gruppo ha provato a definire elementi fondamentali del testo e altri, che era stato possibile maturare solo alla fine, come le parole nuove, le connessioni, l’aggancio con l’Agenda 2030, il tema in tre parole e consigliato a. 





Eravamo pronti, a questo punto, per la discussione: quale autore incontrare tra quelli dei libri scelti? Nella terna selezionata, in accordo con la casa editrice, la risposta positiva è arrivata da Daniele Nicastro: un’ulteriore occasione per (ri)leggere tutti, a voce alta, il suo “Stalker” e prepararci, così, all’incontro. La ciliegina sulla torta è stata proprio quella: un’ora e trenta di pura attenzione, curiosità e domande dai ragazzi che non volevano lasciarlo andare. 


Scrive Sofia: 

“E' stato molto disponibile a rispondere a tutte le nostre domande in modo chiaro e dettagliato. Ci ha chiarito molti dubbi, per esempio per me ora è molto più chiaro come fa uno scrittore a scrivere un libro e quanto ci mette. Spero di rifare questo progetto perché è molto utile."


Ed eccoci qui: pronti a ripartire per una nuova, piccola biblioteca per un mondo migliore. 


Martina Micillo