Nel 2017 iniziava la mia carriera “stabile” nella scuola e con essa la voglia di portare in classe i libri in quantità e modalità più strutturate.
In particolare, nell’estate precedente al mio anno di prova, lessi per caso un articolo su “Robinson”, l’inserto culturale de La Repubblica, che Nadia Terranova aveva scritto su un nuovo modo di leggere e insegnare a leggere a scuola: il Writing and Reading Workshop.
Da lì è cominciato un cammino fatto di formazione attraverso pubblicazioni (la prima: Scrittori si diventa, di Jenny Poletti Riz), corsi (con il gruppo delle Italian Writing Teachers, ma anche con Hamelin e Matteo Biagi di Qualcuno con cui correre.org) e aggiornamento costante sulla letteratura per ragazzi. Ma magari ne scriverò in modo più approfondito in un altro post.
Eh già, la letteratura per ragazzi!
Ero assolutamente a corto di idee, in quanto nel mio percorso scolastico e universitario avevo sempre e solo letto letteratura classica antica o contemporanea e saggistica ma mai, e dico mai, un libro per undicenni degli anni 2000.
Le mie conoscenze in tale ambito si fermavano a Salgari, Stevenson, De Amicis, Alcott, Vamba, Dahl, la serie Mondadori de “Le Ragazzine”, che mi ero cercata e trovata completamente da sola nella libreria di città intorno al 1996.
Quando frequentavo le medie, infatti, avevamo una biblioteca di classe ma ricordo che conteneva titoli come “Cent’anni di solitudine”, che io avrei poi amato a 20 anni e per il quale avrei passato notti insonni come per pochi altri libri.
In particolare, nell’estate precedente al mio anno di prova, lessi per caso un articolo su “Robinson”, l’inserto culturale de La Repubblica, che Nadia Terranova aveva scritto su un nuovo modo di leggere e insegnare a leggere a scuola: il Writing and Reading Workshop.
Da lì è cominciato un cammino fatto di formazione attraverso pubblicazioni (la prima: Scrittori si diventa, di Jenny Poletti Riz), corsi (con il gruppo delle Italian Writing Teachers, ma anche con Hamelin e Matteo Biagi di Qualcuno con cui correre.org) e aggiornamento costante sulla letteratura per ragazzi. Ma magari ne scriverò in modo più approfondito in un altro post.
Ero assolutamente a corto di idee, in quanto nel mio percorso scolastico e universitario avevo sempre e solo letto letteratura classica antica o contemporanea e saggistica ma mai, e dico mai, un libro per undicenni degli anni 2000.
Le mie conoscenze in tale ambito si fermavano a Salgari, Stevenson, De Amicis, Alcott, Vamba, Dahl, la serie Mondadori de “Le Ragazzine”, che mi ero cercata e trovata completamente da sola nella libreria di città intorno al 1996.
Quando frequentavo le medie, infatti, avevamo una biblioteca di classe ma ricordo che conteneva titoli come “Cent’anni di solitudine”, che io avrei poi amato a 20 anni e per il quale avrei passato notti insonni come per pochi altri libri.
Ritornando al 2017: come avrei potuto costituire una biblioteca nelle mie classi?
Quali libri immancabili, accattivanti, coinvolgenti scegliere ma soprattutto come procurarmeli materialmente?
Ho trascorso almeno due anni di lavoro a mettere su uno scaffale decente, che rispecchiasse via via il modo di lavorare che volevo e devo dire che è stato faticoso, perché non c’era solo la questione materiale del procurarmi i libri ma anche di leggerli in prima persona, di proporli nelle classi e di attivare poi a partire da quelli il cosiddetto “laboratorio di lettura”. Non faccio mistero di essermi sentita inadeguata, sconfortata e in carenza per diverso tempo, ma poi le cose sono cambiate.
La primissima bdc (nella prima foto) era così composta:
- libri miei (quelli citati, quindi diciamo “i classici”);
- libri portati da alunni e alunne, tra cui spesso il topo Stilton (con mio dilemma morale annesso: lo faccio inserire o no?);
- libri da me comprati al mercatino di seconda mano (una cosa che adoro e che mi dà di solito buone soddisfazioni);
- libri presenti a scuola ma abbandonati negli armadi da precedenti colleghi oppure senza alcun proprietario (in genere narrative con apparato didattico spesso poco interessanti, ma in qualche caso recenti pubblicazioni e quindi valide);
- libri ottenuti attraverso una piccola iniziativa che mi inventai quel Natale 2017, “La lettura ti cattura”: avevo distribuito cataloghi presi alla Fiera della Piccola e Media Editoria di Roma o spinto alla consultazione on line, avevo chiesto ai ragazzi di scegliere un libro (classico o contemporaneo) e poi avremmo chiesto un contributo alle famiglie per l’acquisto presso una piccola libreria indipendente del territorio.
- acquisto attraverso carta docente;
- iniziative editoriali nazionali come #ioleggoperché, che prevedono l’acquisto e la contestuale donazione di libri da parte di famiglie e dall’AIE, l’Associazione Italiana Editori, nella quale ho coinvolto oltre alle famiglie anche i colleghi, con un piccolo ma significativo risultato (e non è detto che questa modalità non possa essere praticata anche al di fuori di questa iniziativa);
- progetti di lettura finanziati dal Ministero con relativo acquisto del materiale, in questo caso libri, che restano poi come proprietà della scuola;
- bookcrossing;
- donazioni spontanee di genitori, colleghi o persone che avevano libri in sovrannumero (eh sì, ci sono state anche quelle, perché dopo tre anni comprendi che la prof al bracciale preferisce i libri sempre e comunque);
- abbandoni da parte di dagli alunni e alunne, ovvero libri dimenticati che diventano di volta in volta nuove acquisizioni della bdc.
Sicuramente mi manca la donazione, sia nella forma della generosità o sponsorizzazione da parte di privati, sia nella forma dell’invio da parte di autori ed editori - ma so che quelle sono in generale forme riservate ai bookblogger, agli specialisti di settore o alle “didastar”, che si impegnano sistematicamente affinché il circuito di educazione e promozione della lettura sia ben oliato attraverso le diverse reti (bravi e beati loro!).
***Aggiornamenti: ulteriori proposte per l'approvvigionamento nate dal confronto in rete:
- la scelta dell'adozione alternativa al libro di testo e quindi l'acquisto con le cedole librarie di testi alternativi al libro di testo;
- richiesta tessera speciale alla biblioteca comunale con un numero di prestiti alto (fino anche a 30);
- partecipazione ad alcuni premi letterari per giovani come lo Strega ragazzi in cui, partecipando in qualità di giurati, si ricevono i libri del premio gratuitamente.